Pronta a tutto – Testimonianza
Dopo tutto quello che avevo sentito raccontare da altri parkinsoniani in Veneto e Lombardia che si erano sottoposti alla visita in commissione medica legale per l’accertamento dell’invalidità, ero pronta a tutto.
Mi spiego meglio: molti malati che si erano sottoposti a questa visita avevano subito domande impertinenti, mancanze di rispetto, ma la cosa più grave erano le umiliazioni. No, io non le avrei affatto subite in silenzio, perché presa in contropiede (come la maggior parte delle persone che certo non si aspettava un trattamento del genere), ma pienamente informata a destra e a manca ero consapevole che poteva capitare. Solo perché molti componenti della commissione sono completamente ignoranti (persona che non conosce, che non sa di cosa si stia parlando) sulla malattia; di conseguenza potevano capitare le domande più disparate e assurde, che non c’entravano assolutamente niente, ma non era colpa loro se mettevano persone incompetenti in materia per carenza di personale… ma io ero carica e pronta a rispondere a tema. Non avevo niente da perdere, ero pronta a ribattere, a difendermi e se necessario a rispondere per le rime… mal che andava non mi avrebbero dato l’invalidità e il resto a cui avevo diritto ma non penso che si sarebbero mai permessi di denunciarmi perché avevano testimoni (nel senso che erano varie persone nella commissione), perché sarebbe stata una causa persa e assurda una commissione che denuncia una ragazza ammalata di parkinson giovanile da 8 anni, che fino ad ora non ha mai voluto presentare questa domanda di invalidità perché non mi sentivo così ammalata da doverlo fare. Non volevo intentare una causa persa, nel senso che mi avrebbero riso dietro perché apparentemente mi avrebbero trovata bene e capace di camminare, lavorare, e fare tutto autonomamente per cui come è capitato ad una mia amica mi avrebbero chiesto “ma lei cosa fa qui?”. Certo anni fa io stessa non mi sentivo un’invalida, anzi non nominavo neanche quella parola e non volevo rubare certo il posto a qualcun altro che certo stava peggio di me e aveva più bisogno. Ora però le cose erano cambiate, eccome… devono aver tenuto conto anche di quello alla commissione: non ho mai voluto approfittare delle istituzioni, come invece tante volte è capitato con i falsi invalidi perché cechi e invece ci vedevano meglio di me (a proposito mi mancano 3 diottrie da lontano e mi hanno rilasciato la patente senza obbligo di lenti… mah), e ho aspettato di essere veramente in difficoltà enormi prima di accettare anche psicologicamente di sentire parlare di invalidità. Per me, all’età di 42 anni… mi sembra impossibile, ma l’ho accettato e così grazie alla mia dottoressa di base ho deciso su suo suggerimento di presentare questa famosa domanda all’Inps… se non era per lei avrei rimandato ancora conoscendomi… come in tutte le cose tendo sempre a rimandare… ma questa volta dovevo cogliere l’occasione che mi si era presentata e sfruttarla al meglio: non mi si sarebbe più presentata! Certo il presentare la domanda è stato facile, ha fatto tutto il CAF dove c’era una persona preparata e capace che sapeva come procedere. Il peggio è stato quando mi è arrivata a casa la famosa lettera con riportata la data fissata per la visita. Da lì in poi, a pensarci ero molto in ansia, agitata e quando è arrivato il momento le cose non sono ovviamente migliorate… anzi… ero tesa, tesissima, preoccupata. Venivo da un brutto periodo dal punto di vista della salute: era un mese che sembravo essere tornata indietro prima dell’aumento delle pastiglie: camminavo male, trascinando molto la gamba e il piede destro, tremavo di nuovo parecchio da ambo i lati, perdevo facilmente l’equilibrio, senza cadere per fortuna, ma andando a sbattere contro i mobili perché non avevo stabilità e non riuscivo a fermarmi, per non parlare poi della lentezza estrema a fare tutto, per cui in una giornata intera non riuscivo a combinare niente perché mi muovevo lentamente, al rallentatore… per cui questo avrebbe giocato senz’altro a mio favore per la visita; mi sono detta: capita proprio a fagiolo! Meglio di così, non potevo fingere, ingannare; ero peggiorata alla grande e loro lo avrebbero visto con i loro occhi. Infatti solo per entrare in ospedale ho fatto un pezzo a piedi (anzi 2, perché non trovavo il posto preciso e sono andata avanti e indietro 2 volte con tutta la gente che mi guardava…), camminando molto male e avevo tutti gli sguardi addosso… che palle… ma io dico: siamo in ospedale, che cosa avete tutti da guardare? Non è forse normale vedere qualcuno che non sta bene in ospedale? Non so io, cosa pensa la gente: che tu vai lì quando stai bene? E che cavolo… e già questa cosa mi aveva fatto agitare… per fortuna non c’era tanta gente e non ho dovuto aspettare molto, anzi, incredibile ma vero, ho aspettato solo 20 minuti. Ed è già andata benissimo, dato che alla visita per la patente sempre in commissione avevo aspettato la bellezza di… 2 ore e mezza… tornando a noi avevo già capito che c’erano vari membri dentro e dalle voci sembravano giovani, c’erano di sicuro delle donne. E in effetti sono rimasta stupita nel vedere che c’erano addirittura 4 donne e 1 uomo… wow si sono ribaltati i ruoli! Di solito succede il contrario e dappertutto gli uomini sono sempre in maggioranza… e invece sorpresa… Ha esordito una donna chiedendomi che lavoro faccio (le ho spiegato che non lavoro da 5 anni, ma prima lavoravo in albergo come addetta al ricevimento e le stavo spiegando del precedente lavoro ma ha tagliato il discorso). Poi mi ha preso la cartella dove avevo portato tutta la documentazione medica richiesta e cercava la data in cui era comparsa la malattia. Leggendo erroneamente mi aveva chiesto conferma: lei ha il Parkinson dal 2012? (Magari, mi sarebbe piaciuto molto avere 5 anni in più da persona sana!) No veramente è dal 2007… sono rimasti un po’ esterrefatti, soprattutto una di loro che mi ha fatto fare 2 passi nella stanza e mi ha fatto una domanda: ma lei ha altri casi in famiglia? Alla mia risposta negativa, è rimasta colpita. Bene, tutto questo è durato la bellezza di 5 minuti!! Spero di non aver parlato troppo presto, nel senso che il risultato di tale visita mi deve ancora arrivare a casa e non so se mi daranno la percentuale di invalidità necessaria per accedere alle agevolazioni che mi spetterebbero. Ma una cosa è certa: posso solo che parlarne bene, con tutto quello di negativo che avevo sentito in giro. Per cui, a prescindere dal risultato finale, posso dire che se le cose non andranno come spero potrò sempre riprovarci con la consapevolezza che ora so cosa mi spetta e non ho più paura o timore del loro giudizio.
Vania – 18/06/2015